La Bella Addormentata: L'intervista

15.05.2016 21:45

Intervista al regista Peppe Celentano e agli attori Gabriella Cerino e Massimo Masiello

Siamo i piccoli redattori del “Caro giornalino on line” della scuola media Tito Lucrezio Caro di Napoli. (Luca Landinetti)

Vorremmo porgere tre domande, una al regista Peppe Celentano, una all’attrice Gabriella Cerino e un’altra ad un attore della compagnia, Massimo Masiello. (Francesco Lieto)

A scuola abbiamo lavorato molto sulla fiabe e abbiamo compreso anche il loro valore educativo. Le fiabe, infatti, aiutano a spiegare ai più piccoli i concetti della vita in modo semplice e divertente. (Alessandro Ranno)

Ci piace concludere la nostra unità di apprendimento con la partecipazione allo spettacolo “La bella addormentata“ che ci ha spiegato, tra l’altro, anche le difficoltà dell’adolescenza nel cammino della propria vita. (Samuele Oreste)

1.      Signor Celentano, sappiamo che tutte le sue sceneggiature hanno un alto valore educativo e sociale. Perché ha abbracciato questa idea? Chi l’ha ispirata? Chi la sostiene e l’affianca in quest’impresa così complessa? (Christian Troise)

Peppe Celentano: Bella domanda! Ti ringrazio. Sicuramente ormai sono dieci anni che noi continuiamo su questa strada.

Il teatro Diana innanzitutto ci sostiene perché produce gli spettacoli che facciamo e il regista, gli attori, tutta la compagnia credono in questi discorsi. Discorsi che, in questo momento, con questa commedia a cui avete assistito, si rifanno un po’ alla nostra tradizione. Infatti all’inizio si comincia con quella cantilena vicino alla culla perché io mi sono rifatto un po’ al passato,  cioè al nostro Basile, che è quello che ha inventato tutte le fiabe. Siccome bisognava fare anche giustizia perché le ha inventate un napoletano, uno di Giugliano, era giusto che si facesse un omaggio e, quindi, sottolineare questo.

In origine “La bella addormentata” era custodita ne “Lo cunto de li cunti” e si chiamava addirittura “Talia”. La storia era incentrata su questa ragazza che era stata colpita da un maleficio. Quindi, era un omaggio che volevamo fare al nostro bellissimo passato. Allora ho scelto come rappresentazione teatrale proprio “La bella addormentata”, mischiando così in un calderone le cose vecchie, le nuove e magari anche qualche informazione che si riferiva al moderno.

Per quanto riguarda la domanda che mi hai fatto sul sociale è fondamentale, perché noi dobbiamo trasmettere ai ragazzi qualcosa di importante e, quindi, parliamo del problema del bullismo oppure dell’ alcolismo perché vogliamo che voi giovani conosciate,  perché soltanto attraverso le informazioni potrete avere la possibilità di migliorarvi e di comportarvi in un certo modo.

2.      Signora Cerino, nei suoi spettacoli lei interpreta diverse tipologie di donne. Qual è il ruolo che l’ha coinvolta in modo particolare? Perché? (Vincenzo Giurato)

Gabriella Cerino: Beh, veramente ne ho fatti tanti nella mia carriera, talmente tanti che forse tutti non li ricordo! Ce ne sono stati molti che mi hanno coinvolto. Diciamo, forse, che quello che più mi prende ogni volta che lo faccio è il personaggio che interpreto in “Ladri di sogni”. Un ruolo complesso: una donna che rappresenta in sé tutte le donne della camorra: quelle che hanno perso un caro o quelle che hanno un figlio camorrista. Insomma è un ruolo delicato che mi prende moltissimo.  Direi, forse,  che è tra quelli che amo di più.

 

3.      Noi ragazzi siamo affascinati dal mestiere dell’attore perché passate da ruoli impegnativi ad altri più leggeri. Il suo è un lavoro difficile? Qual è il ruolo che si avvicina al suo carattere?  (Davide Ranno)

Massimo Masiello: Beh, sicuramente in questo personaggio in particolare mi sono divertito molto, siccome mi è  successo già altre volte di interpretare ruoli femminili.  Oltre a questo, Peppe Celentano ha avuto la brillante idea di farmi cantare, quindi, la cosa è diventata più comica. Però, effettivamente,uno dei personaggi a cui sono legato è Giancarlo Siani  in “Ladri di sogni”. È un ruolo che mi sta veramente molto a cuore perché qui, ogni mattina, si crea un’atmosfera magica, particolare. Siamo tesi e preoccupati di riuscire a trasmettere ai ragazzi il messaggio giusto, quindi, si crea davvero una piccola magia. Mi emoziono molto verso la fine dello spettacolo,  quando Giancarlo si accorge di essere stato ucciso dalla camorra e, quindi, si rende conto di essere l’ennesima vittima di una brutale situazione.

In conclusione, noi piccoli redattori abbiamo ringraziato la fantastica compagnia di attori del teatro Diana per il tempo dedicato alla nostra intervista.

                                                                      A cura di: Anna Chiara Nullo. 

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